Associazione Sviluppo e Promozione

Progetto Casa Alba

IL PROGETTO

Il progetto Casa Alba nasce nel 2012 come progetto di accoglienza di donne senza dimora presenti nella città di Milano a supporto dell’attività di accoglienza sostenuta dall’Amministrazione Comunale.

In questi anni infatti nella città di Milano sono stati attivati un numero crescente di posti letto continuativi (giunti oramai ad un migliaio circa se si considera anche Casa Jannacci) e altrettanti posti letto per l’ospitalità temporanea degli homeless che vengono messi in funzione nella stagione invernale (Piano freddo), dal mese di dicembre al mese di marzo.

Nella gran parte dei casi si tratta di strutture di proprietà pubblica che vengono utilizzate da enti del terzo settore che lavorano in convenzione con l’Amministrazione Comunale.

L’Associazione Sviluppo e Promozione dopo 7 anni di intervento, si trova a dover interrompere il progetto avendo altre priorità ed essendo sempre più complicato, per la stessa Associazione, dedicare spazi a questa iniziativa.

Casa Alba è un progetto di ospitalità notturna rivolto alle donne senza casa, attivo dal mese di gennaio fino alla fine del mese di marzo 2021. L’ingresso delle donne al Centro avviene tra le ore 17:00 e le 19:00. Il servizio accoglienza verifica lo stato di salute, invita le ospiti a fare la doccia, cambiarsi, consumare una merenda e bevanda calda ed infine prepararsi per la cena. Organizzate a turno dai volontari le donne vengono sollecitate a collaborare e ad aiutare nei preparativi per la cena, che viene fornita dal Ristorante Ruben Pellegrini. Al termine del pasto, per chi lo desidera, è possibile scambiare due parole con i volontari e tra le ospiti, guardare un film, leggere, chiedere informazioni utili per la giornata successiva. Durante la notte nella struttura è presente sempre un presidio (guardiania notturna). La sveglia è prevista tra le ore 6:30 e le 7:00. Servita la colazione le ospiti debbono riordinare il proprio letto e le proprie cose, per lasciare il centro entro le 8:30. Una volta libera, la struttura viene pulita ed igienizzata da personale qualificato.

Il servizio ha occupato circa 40 persone fra volontari ed operatori. La struttura poteva ospitare fino a 15 persone e nei tre mesi di servizio sono state ospitate circa 60 donne.

PROGETTO ALBA OGGI:

In questo momento di emergenza sanitaria e dopo il primo lockdown, torna con particolare forza la necessità di moltiplicare le strutture di ospitalità in città rendendole più capillari e di minori dimensioni.

Di fronte a questa domanda, rinnovata ed urgente, e con l’idea di sperimentare un modello di ospitalità capace di confrontarsi con i nuovi bisogni e con le disposizioni sanitarie si è attivata una rete di soggetti privati interessati a dare vita ad una alleanza territoriale attraverso la quale raccogliere, mettere a sistema ed organizzare le differenti risorse per far ripartire il progetto Casa Alba.

La situazione di crisi che il Paese e le città stanno attraversando è anche l’occasione per verificare se possano esistere convergenze tra più attori attorno a progetti di utilità sociale, se possano essere praticati modelli di collaborazione e cooperazione tra differenti interessi  privati, se si possano attivare nei territori relazioni generative attraverso le quali valorizzare il capitale sociale esistente e produrne di nuovo.

Associazione Sviluppo e Promozione, si è resa disponibile ad attivare il gruppo di volontari e di professionisti chiamati a seguire l’operatività del progetto e l’organizzazione delle attività di ospitalità (cena, ospitalità notturna, colazione, pulizia e igiene personale). Arcigay e ON s.r.l. sono le prime imprese che si sono attivate per sostenere economicamente il piano di intervento.
L’Unità Pastorale “S.Giovanni XXIII” ha deciso di mettere a disposizione temporaneamente dei locali della Parrocchia di Santa Bernadetta – Via Boffalora, 110. Emergency, con il team sanitario, che già nella prima fase della pandemia si era attivata per seguire tutte le strutture collettive di accoglienza presenti nel Comune di Milano, ha garantito il presidio sanitario occupandosi della formazione dei volontari e degli operatori, delle verifiche relative all’utilizzo degli spazi, al trattamento igienico dei materiali, del vestiario, dei locali. Comune di Milano ha seguito gli invii delle donne senza dimora attraverso il servizio di primo contatto garantito dal Centro di Accoglienza Stazione Centrale (CASC).

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